Il
colosso dell’e-commerce sta per brevettare un sistema di autorizzazione alle
transazioni basato sul riconoscimento facciale. Che conferma come la biometria
sia una tecnologia sempre più importante nel campo della sicurezza. Un
argomento chiave al prossimo Salone dei Pagamenti …  

Questa
volta l’azienda di Jeff Bezos non è arrivata per prima e in maniera disruptive,
ma senza dubbio data la sua potenza di fuoco questa scelta è destinata a fare a
breve la differenza nell’ambito dei sistemi di pagamento. Ecco perché sta
facendo notizia il fatto che Amazon abbia depositato allo Us Patent &
Trademark Office la richiesta di brevetto per una tecnologia che consente di autenticare
un utente tramite foto o brevi video
, per poi autorizzare una transazione in
denaro. In parole povere, quando questa tecnologia sarà attiva (nessuna
tempistica di implementazione presso il cliente finale è stata dichiarata
dall’headquarter dell’azienda), si potranno pagare i propri ordini online sul
megastore Amazon semplicemente scattando un selfie.
Il
nome ufficiale della tecnologia è Image Analysis for User Authentication,
ovvero un sistema biometrico utilizzabile attraverso il proprio smartphone o
tablet che autorizza la transazione inquadrando il proprio volto con la
fotocamera del telefono. Il brevetto di Amazon prevede l’autorizzazione del
pagamento attraverso un processo di autenticazione innescato dalla fotocamera
del device digitale (anche notebook, lettori di e-book, console di gioco).
Attraverso una foto o un breve filmato il sistema verifica sia le
corrispondenze biometriche (la fisionomia della persona deve corrispondere a
quella dell’utente associato all’applicazione e tali dati vengono processati da
software di comparazione che operano sull’immagine dell’utente archiviata in
cloud), sia il fatto che si tratti di un “essere vivente” e non di una
fotografia: per fare questo, il dispositivo chiederà all’utente di eseguire
un’azione di riconoscimento, come ad esempio fare l’occhiolino. Che la
biometria possa garantire non solo una user experience assolutamente semplificata,
ma anche livelli di sicurezza maggiore, è messo nero su bianco dalla stessa
Amazon nella pratica di richiesta del brevetto: l’azienda scrive infatti che
«la password può essere rubata, e non è possibile verificare chi la stia
usando. Molti utenti scelgono password troppo semplici e corte, facilmente
intercettabili dagli hacker. La faccia, invece, non tradisce».
Non
si tratta di una novità e al prossimo Salone dei Pagamenti il tema della
biometria come strumento di sicurezza associato ai pagamenti sarà un argomento
chiave. Le esperienze in questo campo, infatti, stanno crescendo (leggi qui).
Già lo scorso febbraio MasterCard aveva lanciato il sistema “Selfie
Pay” a conferma che il riconoscimento facciale potrà presto essere
utilizzato da alcune tra le maggiori banche al mondo. Le prime sperimentazioni
sono state incoraggianti e la comodità supera la paura di affidare a una
telecamera la sicurezza dei propri dati in una fase delicata come quella del
pagamento: il 92% di coloro che hanno provato il sistema di pagamento
MasterCard lo preferisce alle password.
Anche Google è sceso in pista nei mesi scorsi con Hands Free, l’app che
consente di effettuare i pagamenti utilizzando il riconoscimento facciale (leggi
ancora qui
).
In pratica, attraverso wi-fi e gps, l’app caricata sullo smartphone
“comunica” al negozio che nel punto vendita è presente il sig. Rossi,
cliente abilitato all’utilizzo dell’app. Quando il sig. Rossi arriva alla
cassa, non estrarrà nemmeno il telefono dalla tasca: al negoziante basterà
confrontare il volto del cliente che si trova di fronte catturato da
un’apposita telecamera/scanner con l’immagine che il sistema di cassa
automaticamente gli propone, per autorizzare il pagamento digitale. 
L’idea, molto suggestiva, è destinata di sicuro a dare un’ulteriore spinta ai
nuovi pagamenti digitali.