Mattia Schieppati

Ricevitorie, tabaccai, uffici postali, fatevene una ragione: se i dati che arrivano dagli Stati Uniti, come spesso succede in questo campo, sono l’anticipazione di quel che accadrà a casa nostra, molto presto il pagamento di bollette e bollettini vari passerà solo via smartphone e app di pagamento. Secondo l’ultima Mobile Money Survey 2016 realizzata da Standard & Poors su circa 4 mila utenti statunitensi di mobile banking, il 73% utilizza l’app di pagamento della propria banca per saldare bollette: si tratta di gran lunga dell’utilizzo più frequente per questo tipo di funzione, se si considera che al secondo posto, con il 41% di risposte, si trovano gli acquisti presso punti vendita e il 23% invia soldi ad amici/conoscenti.

Si tratta di un distacco considerevole, che dimostra come l’app di pagamento venga preferita per soddisfare funzioni molto concrete, quelle che davvero consentono un risparmio di tempo senza eccessive complicazioni di utilizzo.    

Se questo è lo spaccato che riguarda in particolare le funzioni di pagamento, dalla ricerca si evincono anche diversi altri dati interessanti. Innanzitutto, la “popolazione” degli utenti di mobile app bancarie: sono leggermente più donne che uomini (51 contro 49%), soprattutto Millennials (18-35 anni, 36%, seguiti dai Baby boomers, 48-66 anni, 33%, mentre si registra una flessione nella “generazione X”, 36-47 anni, “solo” il 21%). La funzione in generale più utilizzata è quella che consente di consultare il proprio conto corrente (82%) e le transazioni effettuate (53%). E colpisce la frequenza di utilizzo di un’app bancaria: il 41% degli intervistati la utilizza addirittura 3-6 volte la settimana. Una vera e propria dipendenza