SellaLab apre il Fintech District per favorire lo sviluppo dell'industria finanziaria del futuro. Un ecosistema in cui confluiranno competenze diverse secondo un modello di open innovation. Hanno già aderito 32 tra aziende e start-up …

Di Flavio Padovan

 

Da concorrente pericoloso a prezioso partner per l'innovazione e fattore di sviluppo per l'intero Sistema Paese. In pochi anni è molto cambiato l'approccio delle banche verso il mondo Fintech, anche se rimane ancora da risolvere il problema di una regolamentazione che garantisca una competizione corretta e salvaguardi il consumatore. In attesa di provvedimenti in questa direzione – l'indagine conoscitiva avviata dalla Commissione finanze della Camera dei deputati sulle Fintech è un segnale della crescente consapevolezza da parte delle istituzioni verso questo fenomeno ormai consolidato – a Milano è stato dato avvio a un'importante progetto che ha portato alla realizzazione del Fintech District (www.fintechdistrict.com) da parte di SellaLab, il centro di innovazione del Gruppo Banca Sella per startup e aziende corporate.

Fondata e promossa insieme a Copernico, piattaforma di spazi di lavoro che promuove lo smart working, il Fintech District si propone come punto di accesso all'ecosistema Fintech italiano che riunisce start-up, imprenditori, istituzioni finanziarie, investitori e università, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo dell'industria finanziaria del futuro e la crescita delle aziende del settore.

Si tratta di un hub in cui i principali operatori Fintech presenti in Italia hanno la possibilità di lavorare insieme per favorire la nascita di collaborazioni industriali e commerciali, attrarre nuovi investimenti e dare impulso allo sviluppo del settore Fintech, sulla scia di altre esperienze già presenti a livello internazionale come Level39 a Londra o Station F a Parigi.

Il Fintech District ha sede in Copernico Isola for S32, in via Filippo Sassetti 32, immobile di proprietà del Gruppo Banca Sella situato nel cuore del distretto finanziario del capoluogo lombardo. Gli spazi sono dotati di uffici e coworking per consentire ad aziende e startup di localizzarvi stabilmente le attività.

Ad oggi sono 32 le start-up e le aziende Fintech che hanno aderito al Fintech District: Banksealer, Blender Italia, Blockchainlab, Cisco, Conversate, Credimi, Diaman Tech, Digital Magics, Domec, Dpixel, Ebury, Endeavor, Enhancers, Ernest, Finleap, Freetrade, Growish, Hype, Lendix Italia, Moneyfarm, MyPass, P101, Portolano Cavallo, Primomiglio, Sardex, Satispay, Slimpay, Soisy, Spreadoff, Stamplay, SupernovaeLabs, The ING Project (Tip Ventures).

Gli obiettivi

Con il Fintech District si vuole creare un network di soggetti operanti nel settore della finanza più innovativa, con lo scopo di contribuire alla crescita del tessuto imprenditoriale italiano attraverso l'open innovation, momenti di incontro, di condivisione di best practices, messa in comune di servizi e competenze, avvio di nuove partnership e organizzazione di eventi per l'educazione finanziaria.

Gli aderenti al Fintech District sono chiamati a contribuire in maniera attiva alla comunità di cui fanno parte, apportando effettivi contributi allo sviluppo della conoscenza e all'individuazione delle linee evolutive del settore e dello schema normativo, favorendo l'attrazione di capitali nazionali e internazionali, la diffusione di tecnologie abilitanti per i nuovi modelli di business finanziari e contribuendo a far crescere i talenti operanti nel fintech ed offrendo i propri servizi a condizioni vantaggiose.

Padoan: “Fintech elemento di crescita e modernizzazione”

All'inaugurazione del Fintech District ha partecipato anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. “Un adeguato sviluppo del Fintech – ha commentato il ministro - è elemento di crescita e anche di modernizzazione del settore finanziario del Paese a vantaggio di imprese e cittadini. Il settore presenta ampi margini di sviluppo e opportunità da cogliere per la creazione di valore e di nuova occupazione. Il Fintech District, un ambiente dinamico, efficiente e ricco di risorse qualificate, ben risponde alle esigenze delle start up e delle piccole e medie imprese innovative del comparto. L'iniziativa rappresenta l'ulteriore conferma dell'attrattività di Milano quale polo finanziario europeo”.

Secondo Pietro Sella, amministratore delegato del Gruppo Banca Sella promotore del Fintech District, “creare un ecosistema aperto e adottare modelli di open innovation, ai quali tutti gli operatori possono accedere, è un fattore di competitività e una opportunità di successo nei settori economici a forte sviluppo. L'adozione di tale modello e l'innovazione dell'intermediazione finanziaria è a sua volta un acceleratore dell'innovazione in ogni altro campo dello sviluppo economico”.

“L'apertura del Fintech District – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala - è il segno tangibile della capacità di Milano di costruire il proprio futuro abbracciando i cambiamenti in atto nell'economia globale e di rispondere alle esigenze degli operatori più sofisticati. La storia di eccellenza in ambito tecnologico e scientifico, l'efficienza delle infrastrutture e dei servizi, la capacità di attrarre e sviluppare talenti da tutto il mondo insieme ad una diffusa cultura del cambiamento e dell'innovazione fanno di Milano il luogo ideale per le imprese del settore Fintech. Auguro alle società che hanno già aderito e a quelle che arriveranno in futuro di continuare a prosperare e di portare avanti la straordinaria storia di innovazione di questa città".

I tre pilastri

Le attività del Fintech District si basano su tre pilastri:

- know-how, ossia la messa in comune delle conoscenze da parte dei partecipanti alla community ed in particolare da parte di società di consulenza strategica, studi commerciali e legali, agenzie di marketing, imprese e istituzioni finanziarie, per aiutare gli aderenti a dare vita a nuove startup, a scoprire opportunità, a tutelare la proprietà intellettuale, individuare forme di finanziamento e conoscere le varie normative;
- tecnologia: disponibilità di strumenti tecnologici (ad esempio software o piattaforme) per la gestione ordinaria delle attività o tecnologie abilitanti nuovi modelli di business;
- capitali: fattore determinante per il Fintech District è coinvolgere incubatori, acceleratori, business angel e fondi di venture capital, anche a livello internazionale, che possono apportare finanziamenti alle nuove idee e ai soggetti partecipanti.

I vantaggi

Per le start-up aderire al Fintech District vuol dire avere a disposizione strumenti e occasioni per favorire la nascita di nuove collaborazioni o partnership strategiche oltre a poter stabilire relazioni con associazioni internazionali e istituzioni finanziarie partner. I membri hanno anche accesso a conferenze ed eventi del settore per identificare le linee di sviluppo dei propri progetti e del settore in generale, partecipare a pitch day per individuare potenziali investitori o nuovi clienti e, ancora, accedere a soluzioni tecnologiche che possono far progredire il proprio modello di business o la propria idea imprenditoriale.

Regole comuni, una questione ancora aperta

L'apertura del Fintech District è stata anche l'occasione per richiamare l'attenzione sulla necessità di regole uguali per tutti gli operatori, tradizionali e innovativi. “Le Autorità pubbliche – ha ricordato Fabio Panetta, vice direttore generale di Bankitalia - sono chiamate a un'attenta analisi delle conseguenze dell'innovazione, al fine di individuare un giusto equilibrio tra rischi e benefici e di predisporre norme in grado di salvaguardare l'interesse pubblico”. Panetta ha quindi sottolineato che “va garantita la parità di condizioni tra operatori tradizionali e nuovi operatori, per stimolare una concorrenza sana, basata sul principio secondo cui a rischi uguali si applicano norme anch'esse uguali”. Per Panetta “una regolamentazione ad hoc per le Fintech non risponderebbe a criteri di efficacia, in quanto le imprese innovative svolgono funzioni diverse tra loro e riconducibili ad attività già disciplinate da norme specifiche”.

Nel campo dei servizi finanziari gli effetti dell'innovazione tecnologia “sono per il momento limitati, ma in forte crescita”, come dimostra il fatto – ha continuato Panetta - che “il numero di utenti di soluzioni di pagamento offerte da colossi digitali quali Apple, Samsung e Android sono aumentati in soli due anni da 18 a 144 milioni” e Amazon Lending “nell'ultimo anno ha erogato crediti per oltre 1 miliardo di dollari, il triplo della media dei cinque anni precedenti”. E se “quanto a credito erogato e numero di utenti” il Fintech potrebbe apparire limitato rispetto a quanto fanno le banche occorre considerare che il fenomeno “è la punta di un iceberg” e che la sua parte sommersa, rappresentata dalla digitalizzazione delle nostre abitudini è destinata ad avere conseguenze permanenti”, ha concluso Panetta.

Per saperne di più sull'industria finanziaria del futuro e sull'evoluzione del mondo FinTech & RegTech, l'appuntamento è al Salone dei Pagamenti che dedica a questi temi numerose sessioni di approfondimento.